FEDRAH o della Spietà dell’Amore Variazioni attorno al mito e alle sue riscritture (replica scolastica)

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FEDRAH o della Spietà dell’Amore Variazioni attorno al mito e alle sue riscritture (replica scolastica)

FEDRAH o della Spietà dell’Amore Variazioni attorno al mito e alle sue riscritture (replica scolastica)

Compiamo questo nuovo viaggio nel teatro con l’artista Michele Di Mauro, operaio della scena, collega e amico, con cui da circa quindici anni costruiamo occasioni per osservarci (scenicamente) al microscopio, nel desiderio di innalzare la consapevolezza del nostro mestiere. Oggi decidiamo di compiere un azzardo, passando dalla zona pre-creativa alla zona creativa: concepiremo una creatura che si chiamerà FEDRAH, che avrà il cuore nella tragedia classica e l’H in nome della Kane. [Giorgia Cerruti, Piccola Compagnia della Magnolia]

Perché Fedra oggi? Perché il nostro sembra un mondo refrattario al Sentimento, e quindi alla vita stessa, al futuro che verrà.
Nella verità inattaccabile del Desiderio di Fedra è invece contenuta un’oggettività euforizzante, eccitante. Attraversare le
innumerevoli riscritture di Fedra vuol forse dire “provare a farsi carico” del cuore emotivo del Mondo: se non ci fosse Lei, tutto potrebbe continuare nella propria indefinitezza, aspettando la fine di tutto. Proveremo a compiere un viaggio tecnico-sentimentale dentro questo mito, spostandolo di fronte a noi, cittadini e belve di oggi.
Con questo nuovo lavoro “rovistiamo” ancora e nuovamente tra i miti classici impastando contaminazioni, utilizzando le
riscritture come trampolino (o precipizio) per tornare là, al cuore intatto della tragedia.
Quando inizia e quando finisce un classico?
E cosa lo definisce?

Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale a novembre 2021 presso Gli Scarti/FuoriLuogo, La Spezia; a livello regionale a gennaio 2022 presso OFF TOPIC/Teatro Cubo, stagione Fertili Terreni Teatro, Torino.

CAST:

Elaborazione drammaturgica e regia Michele Di Mauro
Con Giorgia Cerruti, Francesca Cassottana, Davide Giglio
Orizzonti sonori Guglielmo Diana
Scene e luci Lucio Diana
Tecnico luci Marco Ferrero
Immagini, suoni, parole e sinapsiche verticali Elvis Flanella
Assistente alla regia Alessandro Persichella
Realizzazione scenotecnica Maurizio Fo
Organizzazione/Produzione Angelo Pastore
Segretaria di Compagnia Emanuela Faiazza
Produzione Piccola Compagnia della Magnolia
in coproduzione con Gli Scarti/FuoriLuogo, La Spezia
con il sostegno di Tap/Torino Arti Performative
con il supporto di Cap10100
in collaborazione con Istituto per i beni marionettistici e il Teatro Popolare – Marionette di Francesco Arini

NOTE DI REGIA:

Sinapsicando tra Euripide e Racine, tra Sarah Kane e Kate Tempest, e passando sotto l’immaginario dissacrante di Elvis Flanella, questa mia FEDRAH (che ha le radici nella reinvenzione del classico e l’H in onore di SaraH) ha nel suo centro drammatico l’AMORE come Inizio e Fine di tutto. L’Amore come Fiamma e Pioggia che l’annulla. L’Amore che sa di gelsomino e di letame, che ti fa risorgere e t’ammazza 2 volte!
E intorno ad Esso, famiglie che si sgretolano, passioni che il destino gestisce e gli uomini non riescono a domare, vite che
durano un giorno e giorni che valgono una vita. 3 personaggi: Fedra, Ippolito e Strophe (emblematica aggiunta della Kane, che fa della sua rivisitazione novecentesca un nuovo classico per il post 2000).
In scena, non un’ipotesi di nuova famiglia reale (di natura fiabesca) ma un azzardo di parallelo coi nuovi Re. Con quelle
famiglie che hanno cambiato la nostra storia e continuano a tenerla in pugno. Che hanno sostituito le tragedie letterarie con le proprie, private. E tra queste, una su tutte: quella degli Agnelli, croce e delizia del Popolo dipendente. Luogo dell’effimero e del kitsch.
Un modo per dare alla mia Fedra dei “parenti terribili” ma maledettamente “reali”.
Per guardare verso gli Dei con una smorfia di disprezzo e un desiderio di rivincita giornaliera. Non tutto è male, ciò che finisce male, se nel “durante” si assapora la dolcezza dell’eterno.

Michele Di Mauro