Le due giovani musiciste elaborano in maniera estesa e cross-mediale, con video, elettronica e movimento scenico, brani musicali che aprono finestre di riflessione sul mondo postmoderno, sulla dicotomia e/o convergenza fra musica pop e popolare, classica e contemporanea.
Nelle loro mani, chitarre elettriche e classiche ci portano voci di autori che su questi concetti hanno basato la loro opera o parte di essa, per lasciare poi posto al linguaggio della composizione estemporanea e dell’improvvisazione.

[a seguire]

Uno spazio di riflessione sull’interferenza del medium di massa nella quotidianità, enfatizzando al parossismo la violenza dell’immagine e di una realtà «artificiale, distorta, filtrata».
All’origine vi è la composizione per chitarra elettrica Trash TV Trance di Fausto Romitelli (nel ventennale della morte), che ne costituisce il corpo musicale; a contorno, altre due sezioni ricavano da essa gesti e materiale per un’elaborazione improvvisativa, fungono rispettivamente da materializzazione e disintegrazione.
Un apparato visuale completa questa cornice ed estende la feroce saturazione sonora del brano ad un vortice di scorci televisivi obsoleti. Seducente, ipnotico, assorbendo il pubblico in una trance da TV spazzatura. Ecco allora che il «grande show mediatico» muta da contenuto a medium della performance, la quale non può fare a meno di diventarne una vera e propria manifestazione.
Catalizzato da una frenetica massa di suono e immagini, il confronto con la prepotenza mediatica invita a soffermarsi sulla condizione umana nella società contemporanea, ma anche sulla deformazione che l’arte può subire in una simile realtà.