SOMMESSAMENTE CORRENDO

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SOMMESSAMENTE CORRENDO

SOMMESSAMENTE CORRENDO

Punto di partenza intorno al quale ruota la ricerca, l’indagine compositiva e la scrittura di scena è la figura di Zaccheo, dal Vangelo di Luca,19,1-10.
Una pièce sulla speranza e sul desiderio di conoscere, sul non sentirsi apprezzati, sull’intrecciarsi di ritmi di indecisione, sul tendere verso l’alto in opposizione al basso, sull’amore che acquieta la paura, sulla gioia dello slancio.

IL DONO DI ZACCHEO
di Marinella Guatterini
critica di danza, docente e coordinatore del Corso AFAM – Danza Contemporanea della Civica Scuola P.Grassi, Milano

Punto di partenza attorno al quale ruota la ricerca di Sommessamente correndo, nonché l’indagine compositiva e la scrittura scenico-coreografica di Julie Ann Anzilotti, è la figura di Zaccheo, dal Vangelo di Luca,19,1-10. Il personaggio, per quanto espunto dal Nuovo Testamento, è di straordinaria attualità. L’evangelista Luca scrive che Zaccheo, uomo ricco e pubblicano cioè appaltatore delle imposte (dal latino publicānus) che pagava allo Stato una certa somma come prodotto di una tassa, poi richiesta per proprio conto al popolo dal quale era inviso, cercò di vedere Gesù. Il Messia era entrato nella città di Gerico, ma la folla era tale che Zaccheo, piccolo di statura, non riuscì nel suo intento. Allora decise di correre davanti a tutti e di salire su un sicomoro, un grande albero delle Moracee, dalle foglie grandi, poiché presumeva che Gesù dovesse passare proprio di lì. Infatti, quando egli giunse in quel luogo, alzò gli occhi e ingiunse a Zaccheo di scendere poiché aveva deciso di fermarsi a casa sua.

Il pubblicano scese e lo accolse pieno di gioia, mentre la folla, incattivita, mormorava che il Signore era andato ad alloggiare da un peccatore. Alzatosi, Zaccheo disse che avrebbe dato la metà dei suoi beni ai poveri e a chi aveva frodato, avrebbe restituito il maltolto ma con una somma quattro volta superiore. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

La metaforica bellezza etica e spirituale di questa chiusa ci ritiene, nonostante tutto, ancora capaci di quel “dono” di cui parla anche lo scomparso filosofo Jean-Luc Nancy in Étre singulier pluriel (1996) con il suo concetto dell’essere singolare plurale, di co-esistenza con l’intruso, che non è solo lo straniero, ma anche l’altro da sé, il disadattato, il povero, il diverso. Ecco dunque che Sommessamente correndo diviene una pièce sulla speranza e sul desiderio di conoscere, sul non sentirsi apprezzati, sull’intrecciarsi di ritmi di indecisione, sul tendere verso l’alto in opposizione al basso, sull’amore che donato all’altro acquieta la paura, e sulla gioia dello slancio.

Privo di elementi didascalici o di costumi che in qualche modo alludano a un periodo storico preciso, anzi calati nella contemporaneità, sia per i sei elementi maschili che per le tre danzatrici, tra le quali due Ucraine, accolte già nel 2021, lo spettacolo procede per incontri a due, a tre, assoli con un élan saltellante e leggiadro. I duetti possono concludersi in abbracci sostenuti dal silenzio o dalla musica di Salvatore Sciarrino, oppure, quando ravvicinati, in gesti carezzevoli o in delicate punzecchiature di dita che finiscono per intrecciarsi.

Il gesto ha un’importanza capitale che rimanda allo spunto evangelico e all’episodio di Zaccheo narrato nel Nuovo Testamento. La scala unico elemento di scena consente ad esempio a due interpreti di elevare in un sincronico duetto un braccio al cielo, mentre c’è chi viene invitato a scendere da quella altezza con grazia. L’uso del violoncello per poche note, o pezzi brevi, aggiunge alla pièce un tocco di originalità, mentre i gruppi che poi strisciano a terra si disperdono, spesso cercando ancora con le braccia, ma questa volta di catturare qualcosa, o qualcuno. Il gesto è anche vocale, e si risolve in un urlo di stupore, o di paura. A metà della pièce gli assoli assumono un’importanza maggiore, con l’uso del canto-parola sempre assai ridotto. Poi tornano a crearsi raggruppamenti e in seguito assoli in cui ognuno sembra voler conquistare l’altezza della scala a modo suo.

Infine si può dire, che grazie anche alle musiche di Steven Brown, Sommessamente correndo è uno di quei collage tipici di Julie Ann Anzilotti in cui prevale il desiderio di catturare lo spettatore in un ruolo attivo, esegetico. Ogni lettura è possibile, e certo non si riduce al testo evangelico per attraversare garbatamente le emozioni di interpreti, cui viene richiesta massima concentrazione, e presenza scenica. Cadere, fallire, rialzarsi, abbandonarsi e riprovare a stare insieme, come nel gioioso finale, per donarsi l’uno all’altro. E a noi.

CAST:

Coreografia Julie Ann Anzilotti
assistente alla coreografia Paola Bedoni con Mirko Donsanto, Andrea Filidei, Matteo Marongiu, Federico Rassu, Francesco Romagnoli, Yeva Sai, Yulja Serbin, Eleonora Strobino, Francesco Valli
danzatori Corso di Diploma Accademico di I livello in Danza Contemporanea coordinato da Marinella Guatterini Musiche Steven Brown, S. Sciarrino scene Alice Capoani e Mattia Franco luci Fulvio Michelazzi
costumi Nunzia Lazzaro
produzione Compagnia Xe
in collaborazione con Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi Milano

PRIMA NAZIONALE

ORARI:

mercoledì 20:45

INFO E RIDUZIONI SPECIALI:

Con il sostegno di Circuito CLAPS.

Spettacolo inserito in Dance Card. 50 biglietti disponibili scontati del 50% sul prezzo intero, prenotando via mail a biglietteria@pacta.org ed esibendo la tessera Dance Card 2022-23 la sera di spettacolo.

Le card sono in vendita sulla app DanzaDove e non possono essere acquistate presso la nostra biglietteria.

Per info: dance-card.org/